Pubblicato su politicadomani Num 88 - Febraio 2009

Comunicato Cgia Mestre

Crisi: hanno chiuso quasi 337 mila aziende. Colpito soprattutto il commercio.
Molto grave la situazione al sud

 

“La crisi si sta abbattendo sul mondo delle imprese ed in particolare in quelle del Sud. Il settore più colpito è il piccolo commercio.” A denunciarlo è Giuseppe Bortolussi segretario della CGIA di Mestre che ha analizzato l’andamento delle iscrizioni e delle cessazioni registrate presso le Camere di Commercio italiane nel periodo gennaio-settembre 2008. E il risultato, come dicevamo, è preoccupante.
“Nei primi 9 mesi di quest’anno hanno chiuso 336.846 aziende. Il saldo, dato dalla differenza tra iscritte e cessate, è stato pari a –13.184. Nei primi 9 mesi del 2007, quest’ultimo indicatore, era abbondantemente positivo e pari a +10.007. Nel 2006 il saldo era, addirittura, pari a + 46.875. Un peggioramento della situazione che è il frutto della preoccupante crisi economica che sta colpendo il Paese”.Ed a pagare il prezzo più alto, a livello territoriale, sono le regioni del Sud. Sul totale delle imprese presenti in Sicilia, in Puglia e in Calabria il saldo negativo è stato rispettivamente di 4.229, di 4.158 e di 1.174. Nel 2007 in queste regioni il saldo era stato abbondantemente positivo (Sicilia +1.754, Puglia +1.217, Calabria +1.057).
Per quanto riguarda i settori tiene l’artigianato (saldo pari a +2.162 aziende), ma peggiora drammaticamente quando analizziamo il commercio. A fronte di poco più 95.000 chiusure segnalate nei primi 9 mesi del 2008 (erano 94.500 circa nel 2007) un vigoroso calo si è registrato nelle nuove iscrizioni. Se nel 2006 e nel 2007 le attività commerciali che avevano aperto erano circa 69.500, quest’anno sono scese a poco più di 64.300. Pertanto il saldo è sceso a –30.672 contro il –24.972 del 2007 e il –13.781 del 2006. Da registrare che in tutte le regioni d’Italia nei primi nove mesi di quest’anno il saldo delle imprese commerciali risulta essere negativo. “E a soffrire - prosegue Bortolussi - sono soprattutto i negozi di vicinato schiacciati dalla concorrenza dei grandi centri commerciali e dalla poca propensione ai consumi delle famiglie italiane. Stimiamo - conclude Bortolussi - in circa 100.000 i posti di lavoro che quest’anno si perderanno nel settore commerciale a livello nazionale”.

 

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